Durante il periodo di sostegno il dipendente può svolgere altre attività remunerate, se compatibili con il trattamento percepito, gli orari e la fedeltà aziendale.
Sei stato collocato in cassa integrazione; non per tua scelta, ma per la sospensione o riduzione delle prestazioni lavorative, causata dalle difficoltà economiche dell’impresa. Così ora percepisci il trattamento economico dovuto, ma non ti piace stare con le mani in mano e vorresti svolgere un’attività integrativa, o alternativa: trovare una seconda occupazione, per arrotondare lo stipendio.
Così ti chiedi: posso lavorare mentre sono in cassa integrazione? Ovviamente senza perdere il beneficio economico, altrimenti la domanda sarebbe inutile. Il tuo obiettivo è svolgere un’altra attività lavorativa remunerata conservando il trattamento di integrazione salariale che stai percependo. La risposta, come vedrai ora, è tendenzialmente positiva, con alcuni limiti che ti spiegheremo.
Cassa integrazione: cos’è e come funziona
La cassa integrazione è un trattamento di integrazione salariale che spetta nei casi di sospensione o di riduzione dell’orario di lavoro, dovute ad una difficoltà transitoria dell’impresa. Rappresenta quindi un sostegno al reddito: il lavoratore continua a percepire la paga grazie a questo “ammortizzatore sociale” erogato dall’Inps per l’80% della retribuzione spettante per le ore di lavoro perse.
Esistono due tipi di cassa integrazione guadagni: quella ordinaria (Cig), prevista per le crisi aziendali di durata breve, e quella straordinaria (Cigs), per le difficoltà più prolungate. Leggi qui che differenza c’è tra queste due forme di cassa integrazione. A seguito della pandemia, nel 2020 è stata introdotta la speciale cassa integrazione per Covid-19, prolungata anche nel 2021.
Si può lavorare durante la cassa integrazione?
La legge [1] dispone che «il lavoratore che svolga attività di lavoro autonomo o subordinato durante il periodo di integrazione salariale non ha diritto al trattamento per le giornate di lavoro effettuate».
Questo significa che non è vietato svolgere un secondo lavoro mentre si è in cassa integrazione, ma c’è una penalizzazione economica: si perde l’integrazione salariale per le giornate in cui il beneficiario è occupato in altre attività lavorative remunerate.
Potrai quindi svolgere contemporaneamente più lavori, ma potresti perdere l’indennità se i periodi combaciano e si accavallano. In estrema sintesi, la seconda occupazione è consentita nel tempo che comunque sarebbe rimasto libero: è essenziale che le fasce orarie non si sovrappongano.
Quando è consentito il cumulo degli impieghi, la perdita della cassa integrazione non sarà totale, ma solo parziale: l’importo del trattamento economico integrativo verrà proporzionalmente ridotto, in base alla retribuzione percepita con il secondo lavoro, anche quando si tratta di compensi ricevuti per prestazioni occasionali [2]. In sostanza, l’ammontare del trattamento integrativo sarà riproporzionato in diminuzione, tenendo conto del nuovo reddito.
Quando e come si può lavorare mentre si è in cassa integrazione?
Per poter svolgere un ulteriore lavoro durante il periodo di cassa integrazione occorre sempre:
- rispettare le norme in materia di durata massima dell’orario lavorativo: le due rispettive fasce orarie, cumulate per ogni periodo non devono superare i limiti (la maggior parte dei contratti prevede 48 ore settimanali);
- evitare una concorrenza con l’azienda principale: il dipendente rimane tenuto al dovere di fedeltà nei confronti del datore di lavoro presso cui è impiegato, dunque non può svolgere attività in competizione;
- non superare il limite salariale di 30mila euro annui con il secondo contratto di lavoro;
- evitare un contratto di lavoro subordinato e a tempo indeterminato, perché ciò sarebbe incompatibile con il trattamento di cassa integrazione.
Lavoro in cassa integrazione: adempimenti
Il secondo lavoro dovrà essere oggetto di comunicazione obbligatoria telematica al Centro per l’impiego, come avviene in tutti i casi di instaurazione di un nuovo rapporto di lavoro regolare. Inoltre il lavoratore deve:
- comunicare all’Inps lo svolgimento dell’attività lavorativa ulteriore, altrimenti rischia la decadenza dalla cassa integrazione [3];
- informare il suo datore di lavoro dell’esistenza del nuovo rapporto, indicandogli anche gli orari di svolgimento delle prestazioni, per garantire l’obbligo di reperibilità, ove previsto.
Il lavoratore che non dichiara tali circostanze e continua a percepire l’indennità incorre in una sanzione amministrativa e perde la cassa integrazione, mentre il nuovo datore che lo occupa in violazione delle norme sul collocamento dovrà versare, oltre alle sanzioni ordinarie per l’irregolarità dell’assunzione, una somma pari al 50% del trattamento indebitamente percepito dal lavoratore.
note
[1] Art. 86, comma 4, D.L. n.86/1988, conv. in L. n. 160/1988.
[2] Art. 54 bis D.L. n. 50/2017.
[3] Art. 8 D.Lgs. n. 148/2015.