I processi legati all’inclusione sociale mirano a potenziare l’integrazione di tutti all’interno della società e fornire sostegno diretto ai soggetti particolarmente esposti al rischio di emarginazione.
Tra le politiche attive del lavoro aventi la finalità dell’inclusione sociale meritano una particolare attenzione i tirocini extracurriculari con finalità mista di formazione e inserimento.
Le linee guida contenute nell’Accordo sancito in sede di Conferenza Stato – Regioni, siglato in data 24 gennaio 2013 prevedono tipologie di tirocinio destinati a:
– disabili di cui all’articolo 1, comma 1 della Legge 68/99;
– persone svantaggiate ai sensi della Legge n. 381/91 e più precisamente: invalidi fisici, psichici e sensoriali, ex degenti di ospedali psichiatrici anche giudiziari, soggetti in trattamento psichiatrico, tossicodipendenti, alcolisti, minori in età lavorativa in situazione di difficoltà familiare, persone detenute o internate negli istituiti penitenziari, condannati e internati ammessi alle misure alternative alla detenzione e al lavoro all’esterno, persone individuate con appositi decreti;
– richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale.
La durata dei tirocini in favore di soggetti svantaggiati può arrivare fino a dodici mesi e nel caso di soggetti disabili la durata complessiva può arrivare fino a ventiquattro mesi. La durata massima prevista si intende comprensiva delle eventuali proroghe. Per queste tipologie di tirocinio le Regioni e le Province autonome potranno definire misure di agevolazione, nonché prevedere, al solo fine di garantire l’inclusione sociale, eventuali deroghe in materia di durata e ripetibilità.
Circa poi il numero massimo di tirocini ospitanti in azienda, ricordiamo che i tirocini attivati con i disabili di cui alla legge 68/99, le persone svantaggiate ai sensi della Legge 8/11/91 n.381, nonché i richiedenti asilo e i titolari di protezione internazionale non rientrano nel computo del numero massimo dei tirocini attivabili.
Il tirocinio presso un’azienda è una misura formativa di politica attiva e rappresenta oggi una vera opportunità di formazione che favorire l’ingresso di un soggetto, soprattutto giovane, nel mondo del lavoro.
Questa attività svolge una funzione socialmente rilevante perché risponde sia alle richieste delle aziende, che dei lavoratori, ed i Consulenti del lavoro, quali esperti qualificati nei settori del mercato del lavoro, sono parte attiva in questo ambito professionale.