Lavoratori extracomunitari illegali e conseguenze per i datori di lavoro

Il Ministero dell’Interno, con decreto 10 febbraio 2017 pubblicato in G.U. 21 aprile 2017, n. 93, avente ad oggetto le modalità ed i termini per garantire ai cittadini stranieri la possibilità di far valere i propri diritti qualora siano stati assunti irregolarmente, ha stabilito che nel caso di assunzione illegale di un lavoratore extracomunitario che soggiorna in modo irregolare in Italia, il datore di lavoro è responsabile del pagamento di tutte le retribuzioni arretrate. Tali importi devono corrispondere a quelli previsti dal CCNL relativo all’attività svolta, in conformità al livello ed alle mansioni indicate e in ogni caso non deve essere inferiore all’importo mensile dell’assegno sociale, per i rapporti di lavoro domestico, ovvero alle retribuzioni minime giornaliere rivalutate annualmente dall’INPS, per le altre tipologie di lavoro.

Il datore di lavoro è responsabile altresì delle imposte e dei contributi previdenziali che avrebbe dovuto versare qualora l’assunzione fosse stata legale, inclusi gli interessi di mora e le relative sanzioni amministrative epenali previste dalla legge.

Gli uffici dell’Ente che rintracciano lo straniero provvedono a notificargli un apposito modello, previsto dall’art. 2 del Decreto, nel quale sono indicate le responsabilità del datore di lavoro, le informazioni sulle modalità con le quali far valere i propri diritti e presentare  denuncia nei confronti del datore di lavoro. Copia dello stesso modello viene consegnata anche alla Questura al fine di provvedere al rimpatrio del lavoratore illegale.


17 Luglio 2017


Fonte : Leggi di Lavoro