Il lavoratore può richiedere il pagamento del periodo feriale non goduto solo se cessa il rapporto di lavoro.
Leggendo l’ultima busta paga, ti sei reso conto che hai tantissimi giorni di ferie accumulati. Ormai, dubiti che riuscirai a smaltirli perché, vista la mole di lavoro che devi mandare avanti, è quasi impossibile assentarsi per tutti questi giorni. Vorresti chiedere all’azienda di liquidarti queste giornate in denaro; in particolare: quando vengono pagate le ferie non godute?
Le ferie sono un diritto irrinunciabile di ogni lavoratore e servono a proteggere la salute del dipendente. Spesso, però, è difficile smaltire le ferie a causa dei ritmi di lavoro. Quando il lavoratore ha un elevato monte ferie non godute si chiede quando vengono pagate.
In realtà, come vedremo, non è possibile decidere di farsi pagare le ferie a proprio piacimento; infatti, questa possibilità è prevista solo se termina il rapporto di lavoro oppure se il dipendente ha un numero di giorni di ferie superiore al minimo previsto dalla legge.
Cosa sono le ferie?
Lavorare è un diritto ma è anche un’attività stancante, che sottopone il nostro fisico a stress fisico e psicologico. Per questo, la legge prevede che ogni lavoratore ha diritto ad almeno 26 giorni di ferie all’anno. Le ferie sono delle giornate di assenza dal lavoro durante le quali il lavoratore viene pagato regolarmente, come se fosse in servizio. La funzione delle ferie è proteggere la salute del dipendente e consentirgli di staccare la spina e recuperare le energie spese al lavoro.
Quante ferie spettano?
La legge [1] prevede che il dipendente ha diritto ad almeno 26 giorni di ferie all’anno. In realtà, il numero di giorni di ferie deve essere rapportato alla durata della settimana lavorativa. Infatti, le 26 giornate di ferie spettano se la settimana lavorativa è composta di 6 giorni lavorativi, ad esempio dal lunedì al sabato. Se, invece, la settimana di lavoro è di cinque giorni, ad esempio dal lunedì al venerdì, il lavoratore ha diritto a 22 giorni di ferie all’anno.
Ovviamente, il periodo di ferie previsto dalla legge è quello minimo: le parti possono sempre decidere di concedere al lavoratore un trattamento migliore e attribuirgli più giorni di ferie. In particolare, sia il contratto collettivo che la lettera di assunzione possono prevedere il riconoscimento di un numero maggiore di ferie.
Ferie: come maturano e quando vanno godute?
Le ferie maturano nel corso di svolgimento del rapporto di lavoro, sin dalla data di assunzione. Se vieni assunto il 1° aprile del 2021 è evidente che non potrai prendere subito i 26 giorni di ferie annui che prevede la legge ma dovrai attendere che le ferie maturino. In particolare, se hai diritto a 26 giornate di riposo, maturerai 2,166 giorni di ferie per ogni mese intero di servizio, pari a 1/12 del monte ferie annuale spettante. Occorre anche considerare che quando il lavoratore è assente, spesso, non matura le ferie.
In particolare, le ferie maturano in caso di assenza per malattia, maternità, infortunio ma non maturano se l’assenza è dovuta al congedo parentale o ad un’ipotesi di sospensione del rapporto di lavoro (aspettativa non retribuita, sospensione a zero ore in cassa integrazione).
Per quanto riguarda il godimento delle ferie, la legge prevede che il monte ferie annuo maturato deve essere goduto, per almeno due settimane, consecutive in caso di richiesta del lavoratore, nel corso dell’anno di maturazione e, per le restanti due settimane, nei 18 mesi successivi al termine dell’anno di maturazione. Occorre, in ogni caso, consultare le previsioni del Ccnl che potrebbe estendere oltre i 18 mesi il periodo nel quale il lavoratore può prendere le 2 settimane di ferie maturate e non godute.
Ferie non godute: quando vengono pagate?
Molto spesso, il lavoratore accumula un numero importante di giorni di ferie che non riesce a smaltire perché ciò comporterebbe una lunga assenza dal lavoro che non sempre è possibile per motivi tecnici ed organizzativi.
Prima di tutto, occorre chiarire che ogni dipendente può verificare quante ferie arretrate ha accumulato leggendo la busta paga. La maggior parte dei programmi di elaborazione delle paghe, infatti, prevede che, in fondo a sinistra, nel cedolino, ci sia una tabella con i giorni di ferie maturati, goduti e arretrati.
La legge vieta al datore di lavoro di monetizzare le ferie non godute. Come abbiamo detto, infatti, le ferie servono a proteggere la salute del lavoratore e questa funzione non è negoziabile. Ci sono solo due casi in cui è possibile pagare le ferie arretrate:
cessazione del rapporto di lavoro: in questo caso, il lavoratore non può, materialmente, prendersi le ferie perché il rapporto è cessato e riceverà, insieme al Tfr e agli altri pagamenti di fine rapporto, una somma di denaro equivalente allo stipendio che avrebbe maturato nei giorni di ferie accumulati;
giorni di ferie oltre il minimo di legge: se il Ccnl o la lettera di assunzione prevedono un numero di giorni di ferie più alto del periodo feriale minimo di legge, le giornate in più possono essere liquidate.
In tutti gli altri casi, il dipendente non potrà mai chiedere la liquidazione delle ferie.
note
[1] Art. 10, D.lgs. 66/2003.