Premio di 100 euro in busta paga Cura Italia, come funziona e a chi spetta. FAQ, chiarimenti e codice tributo per il recupero in F24.
Cos’è e come funziona il bonus 100 euro in busta paga Dl Cura Italia? Stipendio di marzo più pesante per alcuni lavoratori costretti a continuare a lavorare in sede nonostante l’epidemia dilagante di coronavirus. Infatti, per venire incontro ai lavoratori dipendenti che hanno continuato a prestare la propria attività lavorativa, il governo ha introdotto nel Decreto-Legge 18/2020 del 17 marzo una misura ad hoc volta ad aiutare tale categoria di lavoratori.
L’aiuto, in particolare, è di tipo economico e consiste nell’erogazione di una somma una tantum pari a 100 euro netti. L’importo sarà corrisposto direttamente nella busta paga di marzo (o successive) ed è da rapportare al numero di giorni di lavoro svolti nella propria sede di lavoro a marzo. Aggiorniamo questa guida in quanto il 31 marzo l’Agenzia delle Entrate ha rilasciato le istruzioni per il recupero della somma con F24 da parte del datore di lavoro, il 3 aprile ha rilasciato una serie di FAQ utili e il 9 aprile la risoluzione 18/E con ulteriori istruzioni su come calcolare e applicare il bonus.
Ma a chi spetta il bonus 100 euro Cura Italia? Quali sono le condizioni da rispettare? Occorre fare specifica domanda o spetta in maniera automatica? Nelle seguenti righe vediamo nel dettaglio tutto quello che c’è da sapere sul bonus 100 euro in busta paga.
Bonus 100 euro in busta paga: a chi spetta
Il bonus 100 euro è contenuto all’art. 63 del Dl Cura Italia, ossia tra le “Misure fiscali a sostegno della liquidità delle famiglie e delle imprese” (Titolo IV). Esso spetta ai titolari di redditi di lavoro dipendente di cui all’art. 49, co. 1, del Dpr. n. 917/1986 (Tuir).
Si ricorda, al riguardo, che per “redditi di lavoro dipendente” s’intendono “quelli che derivano da rapporti aventi per oggetto la prestazione di lavoro, con qualsiasi qualifica, alle dipendenze e sotto la direzione di altri, compreso il lavoro a domicilio quando è considerato lavoro dipendente secondo le norme della legislazione sul lavoro”.
In base a quanto contenuta nella norma su menzionata, il governo non indica specifiche condizioni da rispettare per avere diritto al bonus 100 euro. L’unico vincolo è il reddito complessivo da lavoro dipendente dell’anno precedente: tale importo, infatti, non deve essere superiore a 40.000 euro.
Differenza bonus Irpef
Il bonus non è da confondere con il bonus Irpef di 100 euro in busta paga (ex Bonus Renzi 80 euro).
Bonus 100 euro: quando spetta
Come anticipato in premessa, il bonus è una tantum e spetta, al momento, unicamente per il mese di marzo 2020. Da notare, inoltre, che l’aiuto economico spetta solamente per chi ha continuato a lavorare nonostante l’emergenza epidemiologica che sta colpendo l’Italia. Non spetta quindi ai lavoratori in smart working e non spetta per le giornate di ferie, malattia e per le altre assenze.
I 100 euro inoltre sono da rapportare anche al numero di giorni di lavoro svolti nella propria sede di lavoro nel predetto mese. Dunque, l’importo intero spetta a tutti ma in base ai giorni di lavoro effettivamente svolti. Quindi le 100 euro devono essere proporzionate ai giorni lavoratori svolti a marzo.
Come spiega l’AdE il bonus spetta anche ai part-time, quindi per il calcolo dell’importo spettante non si tiene conto delle ore di lavoro svolte, ma solo delle giornate di presenza a lavoro. Quindi il calcolo si dovrà fare rapportando i giorni di presenza in sede effettivamente lavorati e i giorni lavorabili in base a quanto previsto dal contratto collettivo.
Caso particolare inoltre è quello dei part-time verticali: per semplificare, se il loro rapporto di lavoro prevede 2 giorni di lavoro a settimana e loro li hanno svolti regolarmente, spetterà il premio di 100 euro completo.
Infine in caso di lavoratori con due o più part-time il lavoratore potrà scegliere il datore a cui richiedere il bonus, dichiarandogli in primis il reddito percepito l’anno precedente (che non deve superare i 40 mila euro) e poi le giornate lavorate e quelle lavorabili da contratto negli altri lavori.
Bonus esente da tassazione
È importante specificare, altresì, che dal punto di vista fiscale il bonus non concorre alla formazione del reddito di lavoro dipendente, in quanto si tratta di un importo esentasse. Pertanto, possiamo affermare che il dipendente non deve pagarci l’IRPEF poiché è un importo netto e non lordo.
Bonus 100 euro Cura Italia: come richiederlo
Per coloro che si chiedono come fare per ricevere il bonus 100 euro, la risposta è molto semplice: niente. Infatti, i sostituti d’imposta – ossia i datori di lavoro – riconoscono, in via automatica, l’incentivo a partire dalla retribuzione corrisposta nel mese di aprile e comunque entro il termine di effettuazione delle operazioni di conguaglio di fine anno.
Da notare che i 100 euro non gravano sulle tasche del datore di lavoro, il quale è chiamato soltanto a anticipare l’importo, così come accade per l’assegno per il nucleo familiare. Infatti, al co. 3 dell’art. 63 del Dl 18/2020 è previsto che i sostituti d’imposta possono compensare l’incentivo erogato in busta paga mediante l’istituto di cui all’art. 17 del D.Lgs. 241/1997.
Codice tributo F24 per il recupero del bonus 100 euro busta paga
Il bonus di 100 euro può essere recuperato dal datore di lavoro nell’F24 relativo al periodo di paga. L’Agenzia delle Entrate, con la risoluzione n. 17/E del 31 marzo 2020 comunica che il bonus può essere usato in compensazione, mediante modello F24 con il seguente codice:
- Codice Tributo “1699”: “Recupero da parte dei sostituti d’imposta del premio erogato ai sensi dell’articolo 63 del decreto-legge n. 18 del 2020”.
Nella compilazione del modello F24, il codice tributo “1699” dovrà essere esposto nella sezione “Erario” in corrispondenza delle somme indicate nella colonna “importi a credito compensati”.